Allo Sportello Lavoro, una rete contro le discriminazioni

Punto copia
 
Samira ci ha raccontato la sua storia di discriminazione. Insieme abbiamo attivato una rete di risorse contro la transfobia, e la sua vita è cambiata in meglio.
 
Lo Sportello Lavoro di ASAI non è solo un posto dove chi ha bisogno può trovare supporto nella ricerca attiva del lavoro o essere orientato ai servizi: lo Sportello è un luogo anche e soprattutto di incontro, ascolto e accoglienza.
 
Sono tante le storie che si sono intrecciate con quelle dei diversi operatori e volontari dell'associazione nel corso degli anni. Proprio in un periodo difficile e alienante come quello che stiamo vivendo, le storie e le esperienze umane assumono un significato e un bisogno di condivisione più forti.
 
Quella di Samira è apparentemente una storie come tante: si è rivolta a noi perché cercava aiuto per trovare lavoro. Dopo aver scambiato con lei qualche parola in un breve colloquio iniziale, abbiamo fissato un appuntamento per fare il curriculum e capire che passi fare.
 
Con il suo italiano scarso, nel secondo incontro ha iniziato a dirci qualcosa della sua vita, del suo paese d’origine, il Bangladesh, e delle poche esperienze di lavoro come commessa. Mentre scrivevamo insieme il suo curriculum e chiacchieravamo, a poco a poco, ha cominciato ad aprirsi e a raccontare di sé: “È bello che mi stai aiutando, in Italia sono tutti gentili con me”. Non era così in Bangladesh, dove sembrava estremamente difficile essere accettata per quello che era: una giovane donna transessuale, desiderosa di vivere la propria vita, amante del canto, allegra. Minacce, urla, violenze, segni sulle braccia. Non potendone più, è partita per l’Italia, ed è qui che ha riscoperto la libertà di essere se stessa.
 
Terminata la redazione del suo CV e avendola orientata ai servizi per il lavoro, Samira ha lasciato lo Sportello. È tornata dopo alcune settimane, per descriverci una situazione completamente cambiata: con la fine del progetto di accoglienza, è finita in casa con dei connazionali che le rendono la vita sempre più difficile, tra insulti e vessazioni di ogni tipo. Ai sempre presenti atti di discriminazione vissuti in casa, si aggiunge la mancanza di un lavoro che le permetterebbe di cambiare abitazione e raggiungere l’autonomia. La totale precarietà e incertezza dovute all’emergenza sanitaria di certo non facilita la ricerca di un’occupazione.
 
Sperando di poter contare su un luogo protetto, chiedeva disperatamente aiuto, alla ricerca di qualcuno che accogliesse senza pregiudizi ragazzi e ragazze transessuali.
 
Non c’è voluto molto prima che si attivasse una rete: per tirare fuori Samira da quella situazione, è stata contattata un’associazione che si occupa di migranti LGBTQI, la quale a sua volta è intervenuta in sinergia con l’Ufficio Pastorale Migranti di Torino. Oltre a ciò, il caso è stato segnalato al Nodo Antidiscriminazioni delle Città Metropolitana di Torino. Adesso Samira è protetta e al sicuro in una nuova comunità, in attesa di essere inserita in un nuovo progetto.
 
La sua storia è solo un esempio di come, in mezzo alla pandemia, non smettano di esistere le mille difficoltà del quotidiano, che per molti assumono contorni terribili. I prolungati lockdown, pur necessari, incidono e hanno inciso significativamente su chi vive forti disagi fra le mura di casa, esasperando situazioni già instabili.
 
In mezzo a tante storie di disagio, ci sono anche racconti positivi, a testimonianza di come la comunità possa stringersi intorno ai più fragili nel rafforzamento dei legami sociali, nonostante la distanza fisica alla quale siamo obbligati. 
 
 
A cura di Laura Di Vita, operatrice ASAI
 
I Punti informativi fanno parte, insieme al Nodo della Città Metropolitana di Torino, della Rete regionale contro le discriminazioni in Piemonte istituita dalla Legge regionale 5/2016 (art. 12) e relativo Regolamento di attuazione (art. 2,3,4,5). Se anche tu vuoi raccontare una storia di discriminazione che ti riguarda, contatta lo Sportello Lavoro di ASAI alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o trova il Punto informativo contro le discriminazioni più vicino a te. 
 
 
 
 

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