Vedo, sento, parlo. La giustizia riparativa nelle scuole

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Il progetto di giustizia riparativa di ASAI, nel corso degli anni, si è ramificato ed evoluto. Nevralgica è l’esperienza maturata dai tutor, cioè da volontari e operatori che seguono individualmente le vittime e i ragazzi autori di reato nel loro percorso socioeducativo e nel “servizio di riparazione alla comunità” presso una delle sedi dell’associazione.
 
I tutor si riuniscono di frequente per confrontarsi sui minori che stanno accompagnando e sulle modalità per rendere ogni percorso il più efficace possibile. Dalla loro esperienza è emerso il bisogno di intervenire a livello preventivo nelle scuole, per occuparsi del conflitto prima che degeneri in un reato. È nata così l’idea di una progettualità specifica rivolta al gruppo classe.

Il percorso con ogni classe prevede tre incontri di due ore ciascuno, condotti da tre figure adulte del progetto di giustizia riparativa dell’associazione. Con modalità che favoriscono la partecipazione attiva (giochi fisici e di ruolo, immagini, video e parole), ragazzi e professori sono invitati a esprimersi, a riflettere e a dialogare su temi come l’esclusione, le emozioni proprie e degli altri in situazioni di conflitto, la fiducia, la giustizia. Il gruppo si concentra anche su reati particolarmente diffusi tra gli adolescenti e sull’importanza di una "seconda possibilità". Ad arricchire gli incontri, anche le storie di alcuni minori che sono stati denunciati penalmente e che hanno intrapreso un percorso di giustizia riparativa in ASAI.
 
Le attività si svolgono prevalentemente in cerchio, attraverso la metodologia delle Restorative Practices o “pratiche riparative”: studenti, professori e operatori hanno uguale spazio fisico e di espressione. Per facilitare il coinvolgimento di tutti i ragazzi, compresi i più timidi o refrattari, si privilegia il lavoro in sottogruppi con una ripartizione di compiti, per poi passare alla condivisione in plenaria.
 
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L’intervento si prefigge di far acquisire a studenti e insegnanti una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni e reazioni in situazioni di conflitto e al riconoscimento di quelle degli altri. Si mira anche a favorire il riflessione attorno ai bisogni dai quali nascono i reati o i comportamenti aggressivi. Il modulo di incontri, infine, è un’occasione per promuovere strumenti “riparativi” per la gestione del conflitto come l’ascolto, la considerazione dell’altro dalla sua prospettiva anziché dalla propria, il riconoscimento della persona che si ha di fronte, il dialogo, la responsabilizzazione di ciascuno per il ruolo avuto nel conflitto, la partecipazione di tutte le persone coinvolte a una soluzione il più possibile condivisa, il sostegno e la riparazione delle sofferenze di chi è stato offeso. Più in generale il percorso mira alla diffusione nella scuola di un approccio sempre più “riparativo” nelle relazioni tra studenti, insegnanti, operatori e genitori, a partire dal principio della “seconda possibilità”.

L’interesse per questi temi è enorme. Nell’anno scolastico 2018/19, durante le quasi cento ore di incontri, si è spesso creato uno spazio di confronto con la possibilità di esprimersi liberamente, al di fuori dei tradizionali schemi di contrapposizione e senza timore di giudizio. Il percorso ha permesso ai ragazzi di raccontarsi, di confrontarsi e di avere uno sguardo esterno adulto come aiuto alla riflessione. Molti studenti hanno ricordato episodi di prevaricazione subiti alle scuole medie, talvolta alle elementari, esprimendo le sofferenze vissute. Qualcuno ha raccontato come è cambiato per evitare di ritrovarsi in situazioni analoghe. Tante sono state le emozioni condivise, che hanno permesso e permettono di mettersi nei panni dell’altro e di risolvere i conflitti prima che diventino traumi e reati.
 
 
A cura di Valerià Arrò, psicologa e operatrice ASAI, e di Claudia Burlando, volontaria e tutur. 
 
Per saperne di più sui percorsi di giustizia riparativa dell'associazione, vai alla pagina dedicata. Trovi articoli e materiali scaricabili gratuitamente. 
 

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