Presenti o assenti? Restiamo aperti perché...

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Presenti o assenti? Francesco Caligaris, Presidente di ASAI, e Riccardo D'Agostino, Direttore, in una lettera aperta datata 18 marzo 2021 raccontano perché abbiamo scelto di continuare a offrire spazi sicuri a bambini e adolescenti, nel rispetto dell'ultimo DPCM.
 
La presenza in questo momento è una assunzione di responsabilità, delicata e complessa. L’assenza, sebbene sia più facile, è dolorosa e rischia di diventare un vuoto. I centri di ASAI in questi mesi sono potuti restare aperti per gran parte delle attività, avendone spostate altre online. Non senza preoccupazioni e pensieri. Ne riportiamo alcuni. 
 
La presenza è vitale, eppure in quest’ultimo anno spesso abbiamo dovuto limitarla, tutti e in svariati ambiti delle nostre vite. Non ha molto senso fare classifiche su chi ne abbia sofferto di più le conseguenze. Tuttavia è indubbio che bambini e ragazzi abbiano in questo periodo innumerevoli limitazioni e pochissime libertà. Le occasioni informali di incontro, relazione e crescita sono sparite o ridotte ai minimi termini. I percorsi scolastici sono proseguiti poggiandosi alla didattica a distanza (in maniera quasi totale per la scuola secondaria, e comunque per vari mesi anche alla primaria), che può solo essere una misura emergenziale ed estrema, considerando alcune sue gravi conseguenze: disparità nell’accesso all’istruzione, annullamento della relazione tra pari, aumento della dispersione scolastica.
 
L’assenza di cui occuparsi, allora, è quella dei ragazzi: sono scomparsi da tempo nella considerazione dell’opinione pubblica (se non per essere additati come untori), scompaiono dietro agli schermi, mancano all’appello una settimana, due, tre... poi si perde il conto... poi si perdono i contatti... poi si perdono i ragazzi. Non possiamo pensare che sacrificare così queste esistenze sia un effetto collaterale necessario, non dobbiamo credere che recuperare sarà semplice. Perciò cerchiamo di mantenere la presenza e coltiviamo – non solo con il sostegno scolastico, ma anche con laboratori e momenti di incontro e dialogo – la relazione con i ragazzi e tra i ragazzi.
 
Un’altra considerazione sostiene l’impegno nel mantenere aperti i centri: offrire a bambini, ragazzi, giovani e adulti ambienti protetti di incontro riduce il rischio che alcuni si riuniscano in case private senza misure di prevenzione. L’uso delle mascherine, il distanziamento fisico, la ridotta capienza e l’areazione dei locali sono attenzioni che non annullano del tutto le possibilità di contagio, ma ne garantiscono il più possibile il contenimento. Nel rispetto della normativa, perciò, cerchiamo di tenere vive opportunità di relazione, di confronto, di crescita individuale e di gruppo. È essenziale oggi per le vite di tanti, sarà fondamentale domani per il risollevarsi dell’intera società.
 
Queste riflessioni non dimenticano chi non può o non vuole fare attività in presenza. Non sottovalutiamo in alcun modo il pericolo sanitario, per tutti e in particolare per le fasce più a rischio. Rifiutiamo le contrapposizioni tra chi soffre: è vergognoso e controproducente mettere in competizione diritti egualmente legittimi (come quello alla salute e quello all’istruzione), ignorare i problemi degli altri, colpevolizzarsi a vicenda. Dobbiamo invece dialogare, sentirci accomunati dalla sfida del presente e impegnarci a uscirne insieme. Nel concreto vuol dire – oltre a educare alla prevenzione e alla responsabilità – esserci organizzati per avere alcune attività “miste”, sia in presenza sia online. Così si mantiene il legame anche con chi è a casa per scelta o per necessità, perché anche la solitudine può essere o diventare una pericolosa malattia.
 
Questi sono alcuni dei pensieri che stanno accompagnando il nostro esserci, in diverse forme e per tante persone. Con apprensione, ma anche con la convinzione di voler fare al meglio la nostra parte: curare accoglienza e relazioni, non lasciare nessuno indietro, stimolare la fiducia e l’aiuto reciproco tra le persone.
 
Continueremo a rispettare le norme e le indicazioni delle istituzioni e impiegheremo ogni nostra energia, dunque, per ricordare l’esistenza di bambini e ragazzi, per chiedere che la loro crescita sia tra le priorità del nostro Paese.
 
Altrimenti, di molti ragazzi, rimarrà soltanto l’assenza.
 
 
Francesco Caligaris, Presidente ASAI
Riccardo D’Agostino, Direttore ASAI
 
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