Via Lombroso è l'arte dell'incontro!

Uno
 
«Da cosa nasce cosa. Due anni fa Pablo entra in ASAI chiedendo di iscriversi a un corso di italiano: "Sono uruguaiano, arrivato da poco in Italia". "Dove vivi?", chiede Giovanni che si occupa delle iscrizioni.
 
"In via Saluzzo", risponde Pablo. Ascolto distrattamente la conversazione, ma appena sento che vive a San Salvario mi giro, lo guardo in faccia, gli chiedo se può invitarmi a casa sua. Gli spiego di "cASAInsieme", l'iniziativa di coinvolgimento degli abitanti del quartiere. Lui è felicissimo di farne parte. Inizia così un'amicizia con Pablo e con diversi cittadini del quartiere.
 
Nei mesi successivi, la rete di contatti di cASAInsieme si allarga ai commercianti di via Lombroso e dintorni e agli artisti che vivono o hanno il proprio atelier in San Salvario. Pranzi, cene, caffè e riunioni insieme ci fanno desiderare di portare avanti un qualche progetto comune di cura della via. Nasce l'idea di organizzare una festa, di dipingere un murales, di trasformare via Lombroso in un museo a cielo aperto che celebri l'arte dell'incontro.
 
Purtroppo l'emergenza sanitaria ci ha costretto in parte a interrompere, in parte a ridimensionare le nostre ambizioni. Ma niente di quello che è stato costruito è stato buttato. Da cosa nasce cosa. "Nada se pierde, todo se transforma" canta Jorge Drexler, cantautore uruguaiano che in questa canzone, tra l'altro, menziona proprio la città di Torino.
 
A Settembre 2020, con l'iniziativa Torino Mobility Lab, il tratto di Via Lombroso antistante il nostro centro aggregativo, diventa area pedonale, dando nuovo impulso alla voglia di fare qualcosa tra vicini. Pablo, che ora vive a cavallo tra il Trentino e San Salvario, ci propone di realizzare qualche opera di street-art. Lui fa parte del collettivo artistico "Contra la pared", che si occupa di arte di strada e processi partecipati in diverse parti del mondo. È disponibile a fare arrivare a Torino Guillermo, un amico uruguaiano del Colectivo, che fino a metà novembre sarebbe stato ancora in Italia. Organizziamo un paio di incontri con chi ha attività nella via per riprendere il filo del discorso interrotto a marzo.
 
due
 
Con noi ci sono Franco dello studio di architettura, la calligrafa Chen Li, Cristina dell'atelier di restauro, Leo del Bicierin, Pablo, i volontari di ASAI residenti in quartiere. Abbiamo pochi giorni per fare arrivare Guillermo dal Trentino e realizzare le prime opere di quello che sarà solo l'inizio di un percorso di cura dello spazio di via Lombroso.
 
Le idee circa temi e motivi delle opere, espresse durante le riunioni, sono tante e non c'è stato il tempo per approfondirle e trasformarle tutte in pittura. Guillermo e Pablo hanno però voluto lasciare alla strada il messaggio che hanno percepito come più urgente. Tra fioriere e asfalto hanno raffigurato due volti che si guardano, due corpi uno di fronte all'altro, le mani unite che sorreggono un frutto della terra (omaggio a Fabio dell'Orto di San Salvario). E poi un pannello diviso a metà che raffigura un abbraccio tra vicini di casa. Un abbraccio che può essere ravvicinato o a distanza, come in questo periodo, ma che resta promessa di amicizia e calore umano.
 
Ogni giorno ci sono passanti che si fermano. Osservano. Qualcuno fotografa, si presenta, fa domande, chiede di conoscerci meglio, ci racconta di sé. Ne approfittano per condividere le loro impressioni sulle recenti pedonalizzazioni avvenute in quartiere, sui disagi e sulle opportunità che creano. Una signora si stupisce nel vedere gli adolescenti del doposcuola studiare ordinati, ciascuno con indosso la mascherina. Ci fa i complimenti.
 
Una mattina, mentre siamo in riunione all'aperto, passa di lì Mattia. Scende dalla bicicletta e gira insistentemente intorno al dipinto sull'asfalto. Mi avvicino, ci presentiamo. Gli piace molto il murale. Chiede se può dare un suo contributo alla strada. È un artista e vive a San Salvario. Ci siamo scambiati il numero di telefono e nei prossimi giorni ci incontreremo per aggiungere il suo segno alla via.
E poi torneremo ad aspettare che da cosa nasca cosa...»
 
A cura di Riccardo D'Agostino, operatore ASAI 
 
Un ringraziamento speciale agli artisti Guillermo Fernandez e Pablo Daniel Rodriguez Riani 
 
 
ciao
 

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