Giustizia riparativa in ASAI, oltre Torino con nuovi percorsi

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Nuove prospettive per la giustizia riparativa in ASAI, che si confronta con le necessità dei territori oltre i confini torinesi e offre metodo e supporto a istituzioni e associazioni locali per l'avvio di percorsi riparativi. La richiesta partita dalla polizia municipale di Alpignano apre a ulteriori azioni e riflessioni.
 
I fatti
 
La Procura di Torino chiede alla polizia municipale di Alpignano di inserire tre ragazzi, due ragazzi e una ragazza, all’interno di un percorso di giustizia riparativa per danneggiamento di beni del Comune. Due ragazzi frequentano l’istituto alberghiero mentre il terzo un istituto grafico. I vigili di Alpignano si confrontano con il Nucleo di prossimità della Polizia locale della Città di Torino, che li supporta nel gestire questo nuovo – per loro – approccio alla giustizia.
 
A questo punto ASAI viene coinvolta nell'affiancamento dell'associazione che deve accogliere i ragazzi nel loro percorso riparativo. Tra le varie realtà di volontariato presenti sul territorio, il Comune di Alpignano indica AUDIDO che si occupa di persone disabili attraverso progetti e laboratori finalizzati all’autonomia e all’inserimento sociale.
 
A dicembre 2022 i tre adolescenti sono inseriti nelle attività dell’associazione, ma i tempi sono stretti perché da lì a poco due ragazzi cominceranno uno stage di un mese con la scuola. Il loro percorso riparativo, quindi, deve terminare entro febbraio 2023.
 
I percorsi vengono completati e a fine febbraio ha luogo la ricomposizione, durante la quale i ragazzi si confrontano con la parte lesa e gli adulti di riferimento. Alla fine dell’incontro regalano al vice commissario della Polizia municipale di Alpignano, coordinatore del percorso, un quadro dipinto e firmato da tutti e tre, come segno di riconoscenza per quanto fatto per loro e con loro.
 
Il ruolo di ASAI
 
In questo caso, il gruppo di ASAI è stato “tutor dei tutor” e ha accompagnato un'altra realtà affinché potesse diventare un luogo idoneo a percorsi di giustizia riparativa. Quali sono stati i nostri passi? Per cominciare siamo stati presenti a una prima riunione con sindaco, vice sindaca, alcuni assessori e rappresentanti a vario titolo del Comune (la parte lesa in questa vicenda), i vigili di Alpignano e il Nucleo di prossimità di Torino. Insieme abbiamo condiviso i principi dell’approccio riparativo per poi identificare l’associazione più adatta ad accogliere i ragazzi.
 
Nello step successivo abbiamo partecipato all’incontro tra i ragazzi e AUDIDO, durante il quale abbiamo sottolineato il valore formativo del percorso che non è punizione bensì una possibilità concreta di mettere competenze e talenti al servizio della comunità.
 
Durante il periodo riparativo, gli educatori di AUDIDO hanno gestito in prima persona il rapporto con i ragazzi e noi di ASAI li abbiamo supportati spiegando loro il valore del percorso, le sue modalità e gli obiettivi. Ci siamo confrontati con gli operatori in diversi incontri di supervisione durante i quali sono emersi interrogativi, dubbi e a volte criticità che sono state gestite e superate in modo positivo.
 
Infine siamo stati presenti alla ricomposizione, che è stata molto partecipata. Oltre ai rappresentanti delle istituzioni, si sono aggiunte altre figure professionali come gli educatori e la presidente dell’associazione AUDIDO, i carabinieri e ovviamente i ragazzi con i loro familiari.
 
La ricomposizione ha messo in luce gli aspetti positivi del percorso: oltre all’impegno in attività socialmente utili, i ragazzi hanno scoperto di avere risorse personali che non avrebbero mai immaginato di possedere. In un dialogo aperto e diretto, i rappresentanti delle istituzioni hanno chiesto loro un'impressione su quanto Alpignano offra ai giovani, per individuare i bisogni e organizzare l’offerta che le diverse associazioni del territorio mettono a disposizione delle fasce giovanili.
 
Che cosa ci lascia questa esperienza
 
Per noi di ASAI, supportare un’altra associazione ci ha offerto un cambio di prospettiva e ci ha dato modo di mettere a fuoco i valori centrali del nostro impegno. Tra di essi la cura, la territorialità, gli adulti di riferimento e il tempo.
 
LA CURA: è il primo gradino del percorso di riparazione. Implica l’occuparsi di qualcuno più fragile trovando i giusti canali di comunicazione, a partire da un ampio spazio di ascolto.
 
LA TERRITORIALITÀ: la possibilità di svolgere attività riparativa nel proprio territorio sviluppa il senso di appartenenza al contesto e, al contempo, stimola la comunità a responsabilizzarsi per dare maggiori opportunità ai propri giovani, aumentando la coesione sociale. Ciò accade specialmente nelle comunità medie o piccole, le cui istituzioni sono più prossime ai cittadini.
 
GLI ADULTI DI RIFERIMENTO: in questo specifico caso, gli adulti sono stati capaci di accompagnare i ragazzi con grande equilibrio, offrendo loro ascolto e fermezza, ponendo le giuste regole, dando spazio alle risorse di ognuno. La ragazza, per esempio, grazie al laboratorio artistico di AUDIDO ha scoperto di essere brava a disegnare ed è stata invitata a coltivare il suo talento.
 
IL TEMPO: è necessario al cambiamento, anche se nel caso qui descritto il percorso si è concentrato in due mesi per motivi indipendenti dalla volontà degli operatori. Tempi più dilatati avrebbero permesso di sviluppare un senso di appartenenza più forte, maggiori legami interpersonali e un attaccamento favorevole a una eventuale prosecuzione dell'impegno in qualità di volontario o volontaria.
 
In conclusione, questa esperienza apre la strada a un significativo ampliamento dell’azione di ASAI che, oltre a gestire direttamente percorsi riparativi, è chiamata a operare al di fuori del contesto torinese nel ruolo di accompagnamento e supervisione di altre realtà per il coinvolgimento di istituzioni, forze dell’ordine e associazioni di territorio e, in generale, per la diffusione della cultura riparativa.
 
 
A cura di Elisa Lupano, Francesca Ostino, Claudia Burlando
 
 
Per maggiori informazioni sulla giustizia riparativa in ASAI: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
 
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