A parole mie - laboratorio di storie delle medie di via Genè

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Continua "A parole mie", il laboratorio dedicato ai ragazzi e alle ragazze del gruppo medie di via Genè, fatto di storie, scritte e raccontate. Perché è così, a parole nostre, che ci esprimiamo e ci facciamo ascoltare al meglio.
 
Durante questi mesi abbiamo ascoltato racconti di immigrazione e di emigrazione, confrontadoci con ospiti sempre diversi. Abbiamo giocato con parole, nomi, titoli di libri e carte di Propp. Le storie sono dei giochi da moltiplicare con serissima leggerezza. 
 
Molto abbiamo costruito attraverso la metodologia dello storytelling e della scrittura creativa, cercando via via di valorizzare i mondi interiori di ciascun ragazzo, in un contesto non giudicante. Per esempio, abbiamo mescolato i titoli di libri famosi all'interno dell'attività "Un titolo per tutti, tutti per un titolo!". A partire da titoli fantasiosi e inediti sono nate delle piccole storie. Un esempio? Ecco il racconto di Eva.
 
DONNE HANNO GRANDI SOGNI - di Eva Zhou
 
Oggi è il giorno di volare nel cielo azzurro. Salutai la mia famiglia e iniziai a spiccare il volo. Fui la prima donna a volare in cielo.

Il cielo era azzurro come l’acqua, le nuvole erano come zucchero filato, gli uccelli erano semplicemente uccelli.
 
Ma poi mentre stavo guardando questa meraviglia arrivò un temporale. Era molto potente, non vedevo più nulla se non il buio che mi circondava.
Dopo tante ore il temporale sparì, ma quando pensavo che fosse tutto finito, al suo posto arrivò un tornado. Era grande e spaventoso, e mi sentì come mangiata da un buco nero. All’improvviso atterrai su un’isola sconosciuta.
 
Chiusi gli occhi per la stanchezza. Quando li riaprì, vidi un prato pulito, e davanti a me una quercia. Mi alzai e mi domandai dove fossi. Cercai qualcosa da mangiare e, dopo tanti tentativi, trovai un pero e un melo, e due ceste. Trovai anche un pozzo, e siccome ero assetata bevvi. Non mi restava che cercare un rifugio. Pensai allora di appollaiarmi su un albero per la notte.
 
Dopo aver mangiato le mele e le pere chiusi gli occhi e mi addormentai in un sonno profondo.
 
 
A partire dalle "Città Invisibili" di Calvino, abbiamo scritto i nostri luoghi immaginari. Ecco il racconto di Jada
 

ROSSA - di Jada Olokpa

A Rossa, tutti vestono di rosso e non ci sono cani.
Anche i daltonici arrivati nei primi giorni di Rossa, avevano pensato di vederci un po’ strano, ma era così: le persone non si vestivano di nero, di bianco, di verde o di blu, ma solo di un bel rosso vermiglio. La città vista dall’alto sembra un grande buco rosso.

Gli abitanti di Rossa sono molto espansivi e socievoli, si conoscono tutti e si possono permettere quello che desiderano: nessuno a Rossa muore di fame.
L’istruzione, impartita naturalmente su libri rossi, è considerata molto importante, ma gli insegnanti di Rossa cercano di non stressare troppo i loro studenti con mille richieste. In fondo sanno che ognuno seguirà il suo rosso sentiero.

Rossa, a dispetto delle apparenze, è una città di mare, e la natura vive in simbiosi con l’uomo. Le persone amano andare a cavallo e le macchine, rosse scintillanti, vengono utilizzate solo per uscire fuori dalla città.

 

A prestissimo con le nuove storie di "A parole mie"!

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