Conoscere Barriera per abitarla meglio

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Abitare in un quartiere non è un criterio sufficiente per conoscerlo.
 
I ragazzi e le ragazze del doposcuola di Via Baltea 3 mappano Barriera di Milano per conoscere meglio il loro quartiere e per esplorarlo attraverso uscite settimanali che mirano a "entrare dentro i luoghi" con l'obiettivo di soffermarsi, osservare, imparare, raccontare. 
 
Lavorare con i ragazzi sul concetto di spazio non è un’impresa semplice. Il concetto appare a prima vista banale ma, una volta liberato il campo da molte semplificazioni, il tema emerge in tutta la sua complessità, tanto da diventare una vera e propria sfida che, riletta nella calma di questi giorni di pausa dovuta all'emergenza sanitaria, sembra quasi dialogare con il testo "Specie di Spazi" di Georges Perec (1936-1982), edito da Bollati Boringhieri nel 1989. 
 
"Viviamo nello spazio, in questi spazi, in queste città, in queste campagne, in questi corridoi, in questi giardini. Ci sembra evidente. Forse dovrebbe essere effettivamente evidente. Ma non è evidente e non è scontato." (Perec, p. 11)
 
Non è quindi scontato che, messi i ragazzi di fronte a un foglio bianco con la richiesta di rappresentare il proprio quartiere, le loro facce restino spiazzate. E i risultati spiazzino noi. C’è chi si limita a una linea con tre punti (“casa mia, la mia scuola, via Baltea”), chi unisce in una mappa luoghi distantissimi fra loro e chi, armato di righello e squadretta, cerca di rappresentare nel modo più realistico possibile la fitta rete di strade, rendendosi conto, ad un certo punto che “un foglio solo non basta per farci stare dentro Barriera”.

"Vorrei che esistessero luoghi stabili, immobili, intangibili, mai toccati e quasi intoccabili, immutabili, radicati; luoghi che sarebbero punti di riferimento e di partenza [...] Tali luoghi non esistono, ed è perché non esistono che lo spazio diventa problematico, cessa di essere evidenza, cessa di essere incorporato, cessa di essere appropriato. Lo spazio è un dubbio: devo continuamente individuarlo, designarlo. Non è mai mio, mai mi viene dato, devo conquistarlo." (p. 110)

I dubbi emergono nel momento in cui dal lavoro individuale si passa al confronto collettivo: esistono dei criteri oggettivi per definire uno spazio sul quartiere? Quali possono non esserlo? Certo “un parco è un parco per tutti” e “siamo d’accordo che in Barriera ci sono tanti supermercati”, ma che dire dei ‘luoghi pericolosi’ o dei ‘punti di ritrovo per i giovani’? Quel giardinetto sotto casa, dove per molti ci sono gli spacciatori ed è meglio non andare la sera, è per altri totalmente sicuro; quella strada buia nella quale qualcuno non vuole passare è proprio dove si trova la casa di un’altra persona.
 
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E allora bisogna esplorarli, questi spazi. Quello che ci dicono i ragazzi e le ragazze è che abitare in un quartiere non è un criterio sufficiente per conoscerlo. Organizziamo quindi delle micro-uscite settimanali, dopo aver delimitato quegli spazi che conosciamo meno, ma che abbiamo voglia di conoscere perché fanno parte di quel pezzo di città che viviamo quotidianamente, che attraversiamo senza soffermarci. Visto che le uscite sono ancora in corso, non è semplice prevedere quello che emergerà, perché "gli spazi si sono moltiplicati, spezzettati, diversificati. Ce ne sono oggi di ogni misura e ogni specie, per ogni uso e ogni funzione." (p. 12)
 
Di fronte ad una simile apparente confusione di spazi, Perec riassume il rapporto che le persone intrattengono con quest’ultimi in una semplice frase, quasi un aforisma: "Vivere è passare da uno spazio all’altro, cercando il più possibile di non farsi troppo male" (p. 12). Forse è così, eppure gli spazi sono anche fatti persone che li abitano e che, insieme, contribuiscono a creare una memoria collettiva di esperienze, vissuti e storie. Questo, in fondo, è l’obiettivo del nostro lavoro: riflettere sullo spazio per dare un significato agli ambienti che attraversiamo. Perché il ‘non farsi troppo male’ di Perec possa trasformarsi in un’occasione positiva e di crescita per il singolo, il gruppo e per la comunità.
 
 
A cura di Antonio, Francesca, Maurizio, Ingrid e Laura (equipe di via Baltea)
 
 

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