Nella "zona bianca", dove fiorisce la creatività

Uno
 
Facciamo un viaggio? Andiamo al centro aggregativo di San Salvario per interrogarci su come e se è possibile rialzarsi dalle conseguenze della pandemia. A partire proprio dal doposcuola REACT di ASAI! 
 
Facciamo un viaggio?
 
Sì, facciamo un viaggio.
Un'assurdità in questo periodo, certo, ma quello che vi propongo è speciale: mischia il presente con i ricordi e il fantastico con il reale. Per non parlare dei colori, ovvio, perché sì, questo viaggio straordinario mischia anche quelli.
 
È estate. L'ombra della pandemia non ci ha abbandonati ma, rispetto ai mesi passati possiamo permetterci qualche libertà in più: non siamo costretti a fare la spesa al supermercato sotto casa e possiamo girare l'angolo per andare in quello successivo! Insomma, sono raddoppiate le possibilità di trovare il lievito e la carta igienica, mica male.

Le lezioni con la didattica a distanza sono finite, possiamo abbronzarci il viso al sole e non solo davanti allo schermo di un pc. I mezzi di informazione ci dicono che i numeri dei contagi stanno calando. Qualcuno, addirittura, festeggia il compleanno. Non con tutti i parenti, perché sono troppi e il pericolo è sempre dietro l'angolo, però basta prendere il bigliettino e aspettare il proprio turno: primo round di festeggiamenti alle 10.00, pausa pranzo, pennichella se necessaria, secondo round alle 15.30, terzo round alle 18.00, cena ampiamente guadagnata e serata libera. Game, set, match!
 
E dopo l’estate?
 
Ci svegliamo che è già metà settembre. Le scuole sono riaperte – si fa per dire – ed è ripartito il doposcuola in ASAI. L'invidia è molta da parte di chi non partecipa a questi meravigliosi incontri, soprattutto perché dopo i compiti cominciano i laboratori: magici momenti attesi per mesi e finalmente giunti, qui, dinanzi a noi. Un ampio ventaglio di scelte per metterci in gioco, sfoggiare le nostre migliori abilità – o, perché no, scoprirne di nuove – fare conoscenze e stringere amicizie.
Ci pensiamo un po': è una scelta importante, prendiamo un respiro profondo e ci buttiamo nella mischia. Siamo sicuri di avere imboccato la strada più giusta per noi, niente può fermarci.
Tranne la pandemia.
Lei può.
 
È appena cominciato novembre: non siamo che al terzo giorno del mese, eppure si parla già di un nuovo DPCM. L'Italia si tinge di giallo, arancio e rosso. Alcune persone che prima provavano simpatia per i colori caldi cominciano a cambiare idea, altre buttano via i pennarelli. C’è chi dice di non aver mai sentito parlare di questi tre colori, ma solo di diverse gradazioni di grigio: sono le stesse persone che al mercato non comprano mai la zucca, né i pomodori o i peperoni, a meno che non siano rigorosamente verdi. Sfumature non ammesse.
 
La situazione è critica. Di nuovo. Anche in ASAI il tempo sembra fermarsi per qualche istante. Poi viene alzata la cornetta e parte la prima chiamata, seguita da molte altre che, nel giro di poche ore, portano a un vero e proprio piano d'azione che vede al centro i ragazzi del doposcuola e dei laboratori. Vengono creati dei gruppi. Qualcuno potrà continuare in presenza con mascherina, gel igienizzante e distanziamento sociale, altri a distanza. Il doposcuola REACT di San Salvario è salvo.
 
I laboratori vengono ridiscussi, ridisegnati, riproposti e ripresi con meno presenze e forti limitazioni, ma ASAI e i doposcuola del progetto REACT ci sono. Un po’ tutti siamo caduti in ginocchio però siamo rimasti sui territori e abbiamo finalmente riaperto le porte, dopo essere entrati per tanti mesi nelle case dei ragazzi attraverso le attività a distanza.
 
due
 
I laboratori, "zone bianche" dove la creatività non si ferma
 
Nel laboratorio di U’game abbiamo imparato a viaggiare con la mente, andando ovunque senza il bisogno di uscire dalla sede di San Salvario, guardandoci dentro per comprenderci meglio. Abbiamo riscoperto il cellulare come strumento educativo e ci siamo focalizzati sul tema del riadattamento. In cucina abbiamo imparato a vedere i vari ingredienti sotto una luce diversa. A seconda di come utilizziamo ciò che abbiamo a disposizione, possiamo preparare una grande quantità di cibi e, in mancanza degli strumenti più adatti, troviamo sempre il modo di arrangiarci. Anche nel laboratorio di creatività ritroviamo tanti elementi che ci permettono di creare anche solo partendo da un semplice foglio di carta. E per chi non si stanca mai di imparare, di far lavorare la mente e le mani in un periodo poco felice per le gambe, c’è il laboratorio di tutorial, dove vengono condivise le abilità di ognuno e messe al servizio degli altri. Siamo arrivati a creare e postare dei video, per raggiungere chiunque, a qualunque distanza, con qualsiasi restrizione.
 
Obiettivi, questi, che son stati centrati anche da RadioLinea4, la web radio di ASAI, che ha inserito nel suo palinsesto una trasmissione ideata e realizzata dai ragazzi delle medie, dove ognuno può avere uno spazio per presentarsi e parlare delle proprie canzoni preferite. Qua non si scherza, ci sono condivisioni così forti da riuscire ad abbattere barriere apparentemente invalicabili!
 
Per gli artisti, quelli veri, prosegue il laboratorio di musica, una vera bolla di stabilità dove i ragazzi hanno ritrovato il loro strumento preferito o si sono lanciati in un’ardua sfida: imparare a suonarne di nuovi. Ogni difficoltà si affronta e si supera con tecnica, esercizio e tanti sorrisi. Infine, una vera magia: il laboratorio di fotografia. Attraverso l'obbiettivo di una macchina fotografica è possibile vedere mondi nuovi, prima impensabili: paesaggi che si trasformano, colori che prendono vita. Come fare, se si è a distanza? Se non è possibile uscire di casa alla ricerca del prossimo soggetto per la nostra fotografia? Eppure è stato (im)possibile!
 
tre
 
Prendiamoci cura “di”
 
In un periodo pregno di criticità, dove regna la mancanza dell'interazione e del contatto fisico, dove non è mai stato così difficile capire cosa passi nella testa dell'altro, comprenderne i gesti e le reazioni, dove basta una scarsa connessione per interrompere una chiacchierata, c'è ancora chi riesce a "prendersi cura di". Cura dell'altro, cura di sé, cura del presente. Cura di una speranza per ciò che sarà e che non si è mai davvero spenta.
Laddove la vicinanza fisica è venuta meno, ragazze e ragazzi hanno aperto le porte delle proprie case, hanno ricambiato il calore ricevuto e ne hanno raddoppiata la potenza. Hanno trovato il positivo nel negativo e si sono assunti nuove responsabilità, rispettando le regole dettate dalla pandemia. E insieme hanno vinto.
È dunque possibile rialzarsi in piena pandemia?
La risposta è una sola.
Sì.
 
A cura di Samuele Bartali, tirocinante di Scienze della Formazione e dell'Educazione presso l'Università di Siena - sede di Arezzo, in collaborazione con alcuni volontari del doposcuola REACT presso ASAI in San Salvario

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