
Il gioco si compone di movimenti di attacco e difesa nei quali si sviluppano elementi come il dialogo, l’equilibrio, la resistenza, il controllo e il coordinamento dei movimenti che devono essere applicati con la massima espressività.
Nel gioco non ci sono vincitori: entrambi i giocatori cercano di esprimere i propri movimenti nel rispetto reciproco ma con il compito di mostrare all’altro il suo punto debole. Questa sfida è necessaria per capire che la crescita è un percorso continuo di evoluzione. Come dicono alcuni mestres (insegnanti più esperti di capoeira) la crescita non sarà mai un punto di arrivo, perché ognuno di noi avrà sempre un lato debole da rimodulare ed è proprio questo continuo riassestamento a renderci umani e a insegnarci a non fermarci alla prima difficoltà: è una sorta di termometro, una responsabilità che abbiamo verso l’altro e con noi stessi.
I valori educativi essenziali della capoeira sono trasmessi indubbiamente dagli insegnamenti del mestre che è, per eccellenza, il rappresentante di questa cultura ancestrale, dell’oralità e della ritualità che sono alla base delle culture di matrice africane. Attraverso i suoi insegnamenti e il confronto con il gruppo, l'allievo impara gli aspetti tecnici e, allo stesso tempo, mette in continua discussione il proprio processo di apprendimento.
La pratica oggi è inserita in un mondo sempre più complesso, che apre la via alle incertezze ma anche alle possibilità che allo stesso tempo ne possono derivare. Mi sono quindi interrogato sull'intreccio tra contemporaneità, educazione e capoeira, cercando di indagare l'aspetto educativo che coniuga rito, tradizione e creatività.
Fin dalla genesi della capoeira, "il mondo umano messo ovunque a confronto con le incertezze, è trascinato in una nuova avventura." Per il sociologo e filosofo Edgar Morin "...dobbiamo imparare ad affrontare l'incertezza. È per questa ragione che l'educazione deve riconoscere le incertezze legate alla conoscenza” ed ancora “è importante essere realisti nel senso complesso del termine: comprendere l'incertezza del reale, sapere che il reale comprende un possibile ancora invisibile”. In questo senso la pratica della capoeira può favorire la costruzione di un’identità collettiva e individuale autentica, un’opportunità di esprimere in un contesto di gruppo la propria individualità, uno spazio creativo e alternativo in un mondo globalizzato. "La strategia, come la conoscenza, rimane una navigazione in un oceano di incertezze, attraverso arcipelaghi di certezze”.
La mia esperienza come insegnante di capoeira a Torino mi ha permesso di percepire come il rapporto con il mestre di capoeira sia fondamentale in quanto permette ai praticanti di approcciarsi con profondità alla disciplina, dando maggior significato ai suoi principi di base. Questo punto è fondamentale nella costruzione dei valori educativi della pratica e nella costruzione di una visione educativa che si fonda sulla libertà e valorizzazione del soggetto inserito in un contesto più ampio. Come ben sottolinea Paulo Freire, “l’educazione comporta il superamento della contraddizione educatore/educando, in modo che ambedue divengano contemporaneamente educatori e educandi”.
Paulo Freire, La pedagogia degli oppressi, EGA Editore, Torino, 2007